#VANLIFE, il movimento social-mediatico dei nuovi bohémien

@WHERESMYOFFICENOW, EMILY, COREY AND PUP PENNY ROSE ADVENTURES ON INSTAGRAM

A volte succede che quello che inizia come un tentativo di una vita più semplice, diventi uno stile di vita, una scommessa mediatica e un vero e proprio movimento social. È la storia di Foster Huntington, giovane designer newyorkese che, nel 2011, ha abbandonato il suo lavoro da Ralph Lauren, ha comprato un van Volkswagen Syncro del 1987 e ha cominciato a viaggiare, esplorando e fotografando il suo nuovo compagno di avventure lungo la costa californiana. Instagram era agli albori, ma già prometteva di diventare uno dei social migliori insieme a Facebook, dunque il passaggio al successo è stato breve. #homeiswhereyouparkit, #LiveSimply e #vanlife sono le parole chiave che l’hanno trascinato in un turbine mediatico che forse neanche lui si aspettava e oggi, più di 1.200mila Instagram post sono stati contrassegnati dall’hastag #vanlife. Numeri da capogiro. Nel 2013, Huntington si è appoggiato alla piattaforma di crowd funding, Kickstarter, per finanziare la stampa del suo “Home is where you park it”, una raccolta delle sue fotografie vanlife, ora alla quarta stampa, e che a breve verrà accompagnato dal secondo libro Van Life, questa volta edito dalla Black Dog & Leventhal di New York City (uscita prevista per ottobre 2017).
Scegliere #vanlife significa scegliere uno stato mentale, è una ricerca di estetica ed è uno stile di vita, oltre che una tendenza data dalla crisi economica globale di pochi anni fa. In una recente intervista sul New York Times, Foster ha infatti spiegato: «Penso che ci sia un senso di disperazione nella mia generazione, riguardo ai posti di lavoro, ed è a buon mercato vivere in un furgone». Sinonimo di precarietà, ma anche di flessibilità ed elevata capacità di adattamento, questa scelta, oggi, molto probabilmente, non potrebbe vivere senza il mastodontico aiuto (mediatico ed economico) dei social. Forse è dalle prime canzoni dei Beach Boys che moltissime persone s’identificano nella cultura, nella mente e nell’atteggiamento dei surfisti. Perfino nell’abbigliamento. Mostrare di riuscire a vivere quel sogno, quello stile di vita, libero, sportivo e all’aria aperta che molti immaginano mentre sono chiusi dentro ai loro uffici grigi, è un biglietto da visita vincente, per far sì che il numero dei propri follower cresca. E con lui le possibilità di sponsorizzazioni da parte dei brand del settore. È stata proprio questa l’idea alla base di Where is my office now di King e Smith, una giovane coppia che ha deciso di seguire i passi di Foster, dopo averlo incontrato per caso in Nicaragua. La loro idea, nuova e semplice, è stata dettata dalla volontà di fondere il viaggio con il lavoro: «volevamo vedere se era possibile combinare questa vita hippie e nomade con il classico lavoro dalle 9 alle 5», ha spiegato Smith sempre al New York Times e, da subito, hanno strutturato il loro progetto, oltre che come scelta lifestyle e naturalistica, anche dal punto di vista digitale e, quindi, commerciale. D’altronde, i ragazzi non hanno visto male: un recente studio ha valutato che il mercato dei social media influencer valeva 500 milioni di dollari nel 2015 e che dovrebbe aumentare ad almeno 5 miliardi di dollari nel 2020.
Iniziato come necessità ed esigenza di una generazione delusa e malcontenta, come i migliori prodotti di marketing, “vanlife” rappresenta un gruppo fluido di tendenze contemporanee: un rinnovato interesse per il Road Trip (non ha importanza il dove) una cultura di hippie sportivi con una grande passione per l’outdoor, e uno stile di vita libero dalla tirannia del lavoro d’ufficio 9-5.
Le mete imperdibili che fanno del Portogallo il Surfer’s Paradise d’Europa.
Una posizione ideale per clima mite, vento oceanico e grande varietà di onde: il Portogallo è la destinazione perfetta per i surfisti di ogni capacità e dunque non stupisce scoprire che lungo tutta la costa sia possibile trovare spot ideali, surf-house e ristorantini di pesce per rilassarsi nelle serate più fresche.

  1. Sagres

Forse la meta più famosa per fare surf, perché le onde riescono ad essere perfette in primavera, autunno e inverno. Regina dell’Algarve, Sagres riesce ad offrire ai visitatori diverse altre attività interessanti tra cui scegliere. Se vi piacciono le immersioni e l’eccezionale diversità della vita marina, assicuratevi di visitare Divers Cape per una fantastica esperienza subacquea. Inoltre, in zona si possono fare Whale e Dolphin watching.

  1. Arrifana – Costa Vicentina
    Circondato da scogliere e nelle immediate vicinanze di un piccolo villaggio di pescatori e porto, Arrifana Beach è una destinazione popolare tra i surfisti e bodyboard. Raggiungibile in auto e a piedi, è una spiaggia isolata e tranquilla con onde violente e turbolente, perfette per il surf. Oltre a godersi il mare mozzafiato, merita anche la lunga passeggiata attraverso il Parco Nazionale della Costa Vicentina.
  1. Praia do Amado – Costa Vicentina

Qui le forti correnti e le onde ripide sono le vere protagoniste, tant’è che Amado Beach ospita regolarmente concorsi internazionali ed è molto popolare durante il periodo estivo. È di facile accesso e offre molto spazio per il parcheggio, perfetto in van o se avete intenzione di trascorrere la giornata prendendo il sole o andare a fare una nuotata nelle sue acque limpide. È una meta molto gettonata per il surf, quindi anche fuori stagione c’è un bel po’ di via vai lungo i pontili di legno che corrono sulla costa, ma si può anche tranquillamente sconfinare e farsi camminate nella natura.

  1. Ericeira

Questo villaggio di pescatori a nord di Lisbona permette di scegliere il migliore spot per surfare: S. Lourenço, Coxos, Pedra Branca o Foz do Lizandro. Se si vuole prendere una pausa dall’oceano, dal surf e mettere piede sulla terraferma, bastano 15 minuti per arrivare a Mafra, per concedersi qualche grande pasticceria tradizionale.

  1. Praia do Norte – Nazaré

Praia do Norte divenne famosa per le sue onde gigantesche nel 2011, dopo che Garrett McNamara ha cavalcato la più grande onda dell’anno durante il Billabong XXL Global Big Wave Awards, e ha dato al mare tempestoso di Nazaré una notorietà ancora più internazionale. Al passaggio, assicuratevi di visitare Miradouro do Suberco, un belvedere dal quale potrete godere di una vista panoramica sulla costa e sul mare. Inoltre, provate la cucina regionale: le sardine al barbecue o la tradizionale “caldeirada”, un ricco, denso stufato di pesce portoghese.

  1. Peniche

Sono proprio queste spiagge ad aver costruito la reputazione del Portogallo come la capitale del surf d’Europa. Il contributo più mitico è forse Supertubos Beach, famosa in tutto il mondo per le sue onde potenti, che molti surfisti chiamano “il gasdotto europeo”. L’ASP World Tour ospita concorsi in questo villaggio di pescatori, altrimenti poco appariscente, una volta all’anno, portando folle da tutto il mondo per testimoniare le onde impressionanti di Peniche.

7.Saude
È la prima parte di una spiaggia lunghissima subito a sud di Lisbona. Tempestato di casette di pescatori e piccoli bar appena dietro le dune, è un luogo molto suggestivo dove fare surf. Quando i pescatori trascinano a riva le reti al tramonto, migliaia di gabbiani affollano l’acqua e il cielo. Magico.

  1. Monte Clerigo

Spiaggia del paesino omonimo, con baretti e ristoranti e ottime onde per i surfisti. Da provare il Restaurante O Sargo, oppure basta spingersi poco più nell’entroterra per trovare Aljezur, attrezzato con ostelli, b&b e scuole di surf.

  1. Malhao

Ponteggi in legno che portano alle spiagge, una grande e una più raccolta. Questa meta è forse la prima spiaggia valida dopo la zona industriale di Sines, decisamente da evitare.

  1. Paúl do Mar – Madeira

Conosciuta anche come Ribeira das Galinhas, questa spiaggia è tranquilla e appartata, con grandi onde che lo hanno reso uno dei luoghi selezionati per il campionato mondiale di surf 2001. È un posto remoto nell’isola di Madeira, non c’è una grande varietà di ristoranti e snack bar tra cui scegliere, ma il cibo resta meraviglioso, molto tipico e molto diverso dalla cucina del Portogallo continentale. Non dimenticate di provare il “bolo do caco”, un pane di farina di frumento caldo con burro all’aglio, o bere “poncha”, una bevanda alcolica tradizionale a base di miele e succo di limone.

®Riproduzione Riservata

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata