Quelle donne che corrono per “Quel che Inferno non è”

Cover_ Diana Hartan

Si chiamano Obstacle Course Races: sono manifestazioni sportive che mettono alla prova la resistenza e la capacità di superare i propri limiti, in percorsi costellati di ostacoli naturali e artificiali.
Tra queste corse c’è anche l’Inferno Run che, valida anche come prima tappa del Campionato Italiano OCR, si terrà il 6 maggio nella splendida Tenuta di Torre a Cenaia (Pisa). Nei suoi 14 km, con oltre 30 ostacoli per competitivi e amatoriali, e con la novità di un percorso di 5 km con una ventina di ostacoli riservati ai non competitivi, la Inferno Run vale anche come gara qualificante per Europei e Mondiali OCR del 2017.
E poi, nelle OCR finalmente ci sono le donne: con una presenza femminile pari al 34%, la quota rosa in questo tipo di attività è pari a tre donne su dieci, mentre nelle maratone ci si attesta ancora al rapporto 1/10.
Ci sono personaggi come Diana Maria Hartan, nata il 1989 in Romania: a 6 anni la madre l’accompagna alla selezione dell’Accademia “Nadia Comaneci”, la più prestigiosa scuola di formazione in ginnastica artistica del paese, dove viene subito ammessa e dove rimane per tutto il resto del tempo della sua carriera agonistica.
Nel 2000, Diana vince la sua prima medaglia a una competizione nazionale di specialità (corpo libero), e più tardi ottiene tre medaglie di bronzo ai campionati nazionali.
Nel 2006, un grave infortunio la costringe a interrompere l’attività agonistica, emigra in Italia, dove risiedeva parte della sua famiglia e dove oggi lavora come personal trainer. Diana s’imbatte per caso, con quella sua curiosità da professionista, nelle gare di OCR italiane, parte per la tappa di Inferno Run di Firenze, nel 2016. Tutta la volontà e la determinazione di affrontare le sfide più impetuose, quelle che urlano dentro se stessi e nel passato, tornano fuori, fanno eco, hanno smania di arrivare. Ed è subito un successo.
A Cenaia, il 6 maggio, ci sarà anche Ginevra Cusseau, classe 1986, campionessa per due anni consecutivi nella categoria femminile del campionato italiano OCR: un’infanzia nelle campagne fiorentine, un fidanzato nuotatore, la laurea in Scienze Naturali e tutto l’entusiasmo e la frenesia di una giovane combattente, piena d’energia, che ha cominciato a correre dopo i vent’anni, partendo dai canonici 4 km. Oggi Ginevra, che è parte del Team Inferno, può correrne anche 20 di chilometri senza mai fermarsi, e tutto anche per lei cominciò quasi come una casualità, le voci su una competizione che si correva fra ostacoli di paglia e fango: lei accettò senza riserve, si presentò con un gruppo di amici, fece incetta di adrenalina e poi arrivò il traguardo. Lo tagliò assieme a un’avversaria che poi sarebbe diventata un’amica, perché la parte di solidarietà, di reciproco aiuto, è qualcosa di estremamente importante nelle competizioni OCR.  È in mezzo a un percorso periglioso, spinti fuori dalla propria comfort zone, che le persone riscoprono la naturalezza e la spontaneità di un gesto semplice come quello di chiedere aiuto: passarsi un laccio per capelli, incitarsi, ricevere.
E poi c’è Rocìo Rodriguez, giornalista madrilena, moglie del campione della Fiorentina Borja Valero: innamorata del running, che considera un antidoto poderoso all’ansia e all’esigenza di staccare la spina, del calcetto e dell’Italia intera, un Paese che le ha fatto da casa, dentro a una Firenze che si è stampata sul cuore le iniziali del nome del marito, le sue presenze- garanzie all’interno del gruppo in maglia viola. Rocìo gareggerà nella Inferno Run presso la tenuta di 500 ettari in provincia di Pisa che avrà come testimonial d’eccezione il pluricampione olimpico Juri Chechy e si schiera in prima linea a fianco della Fondazione Tommasino Bacciotti, devolvendo una parte dei suoi incassi per il sostegno di progetti di ricerca medico-scientifica dell’Ospedale Pediatrico Meyer e per il Progetto Accoglienza Famiglie. Una forma di competizione, quella di Rocìo, a metà strada fra la libertà assoluta del running, l’esperienza sacrale dei polmoni che si dilatano e la mente che si svuota, e le attenzioni di una giovane madre (lei e il centrocampista della Fiorentina hanno due figli, Alvaro e Lucia), che dà il suo contributo nella lotta alle malattie terminali.
Esempi di donne, queste, che insieme a molte altre, si sporcheranno le scarpette e i polpacci di fango, durante la tappa del 6 maggio: ci metteranno la faccia, loro, facendo forza e affidamento su ogni muscolo, ogni pensiero positivo, ogni surrogato di energia. Correranno dentro e fuori dalle paure che ogni giorno, tutte le donne, vivono e attraversano. Racchiudere, metaforicamente, il dolore e gli ostacoli dentro a dei percorsi da combattere al fianco, divise ma in squadra, è una sfida da raccogliere. Oggi.

Per info sulla Inferno Run (I°tappa 6 maggio, Cenaia (PI) e ultima tappa 21/22 Ottobre, Firenze):
Iscrizioni 7 su www.infernorun.it
bit.ly/InfernoPisa2017

FIOCR www.federazioneitalianaocr.it
CAMPIONATO www.campionatoocr.it

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