Il nuovo menswear di Milano vive nel segno di un caos calmo

Se è vero che il tempo è un fiume che scorre dal passato e come scrive Zygmunt Bauman nel suo volume ‘Retrotopia’ “ il futuro è finito alla gogna e il passato è il luogo in cui le speranze non sono state ancora screditate” allora l’ultima fashion week maschile milanese per l’inverno 2018-19 ha colto nel segno. In un mondo dominato dal caos digitale in cui selfie e pensieri privati si affastellano in un unico contenitore che è il nostro presente a portata di smartphone, meglio optare per l’ibridazione fra memorie di archivio e il nuovo hi-tech che però flirta sempre con formule vintage. Il tutto nel segno di un caos calmo sospeso fra anarchia creativa e nuovo classicismo sartoriale. Mentre fuori dalle location delle sfilate e delle presentazioni, il pubblico delle passerelle sfoggiava completi sartoriali sotto capospalla estremamente sportivi, dal piumino al parka fino all’eschimo, vero must di stagione, in pedana si delineavano le nuove tendenze. Che poi sono i valori estetici che da sempre definiscono l’identità delle griffe. Al Metropol da Dolce&Gabbana è di scena la favola intrisa di nostalgia e romanticismo che fa pensare al film ‘The greatest showman’ e anche al romanzo ‘Il piccolo principe’ con modelli reclutati fra artisti, musicisti e rampolli di attori e rockstar e putti che reggono corone, cappotti con martingale di pelliccia e marsine ricamate d’oro: una fantasmagoria decorativa. A un decorativismo nuovo di zecca ma sempre legato al retaggio del passato, in questo caso gli anni’90 del brand, sembra essersi ispirata anche Donatella Versace che negli ambienti impreziositi da lampadari di cristalli e stucchi dorati del Circolo del Giardino dove Versace ha sfilato nel 1985, ha mandato in scena una collezione perfetta per chi ha voglia di comfort sontuoso fra cappotti, piumini, camicie, felpe, completi a quadri, accessori ricercati e voluttuosi maxi o formato bonsai il tutto formulato nel linguaggio vibrante e prezioso del velluto. Velluto principesco, barocco da Versace, essenziale e neoclassico, con una rivisitazione dei divi di Hollywood anni’40 per Giorgio Armani che ha firmato una delle sue collezioni più riuscite esaltando la sensualità della silhouette con una gestualità morbida e radiosa. Perché il velluto capta la luce e si accende di mille riflessi. Sembra velluto ma è montone rovesciato con le doppie F stampigliate a contrasto il capo cult disegnato da Silvia Venturini Fendi per la collezione maschile da lei disegnata per la griffe Fendi. La vita imita l’arte e allora l’artista digitale Hey Reilly ha creato per il dinamico uomo di Fendi che si muove e viaggia instancabilmente, mosaici digitali di motivi ornamentali di archivio proiettando nel futuro il look ludico e ironico dello heritage della maison. Ritorno alle radici e a una linea creativa vincente che ha eroso i canoni della divisa borghese per un novo comfort è lo statement di Miuccia Prada che ha consacrato il nylon come fulcro della nuova collezione maschile ambientata per la prima volta in un magazzino industriale vicino ala Fondazione Prada. La stilista ha chiesto a Rem Koolhaas, Ronan & Erwan Bouroullec, Herzog & de Meuron e Konstantin Grcic di rileggere il nylon, icona della maison, attraverso quattro creazioni, due capi d’abbigliamento e due accessori, puntando su soluzioni funzionali per un uomo che vive il proprio presente in un’ottica giocosa e austera laddove il minimalismo diventa l’elaborazione colta e concettuale del disordine estetico della nostra epoca ma senza alcuna astrazione. Da segnalare la raffinatezza e la ricerca fra indoor e outdoor di Alessandro Sartori per Ermenegildo Zegna Couture, il look scanzonato e irriverente molto genderless e fetish-chic di Jeremy Scott per Moschino che ha mandato in pedana con il menswear anche la pre collezione donna per l’inverno 2018, il dandismo sofisticato di Etro che quest’anno spegne 50 candeline, lo sportswear di lusso di Lee Wood per Dirk Bikkembergs memore dell’Olanda e lo charme onirico delle creazioni di BIUU, brand di Shanghai fondato a Parigi nel 2016 dallo stilista e imprenditore cinese Wu Hao.

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