Fra madri fatali e grandi temi a Venezia trionfa la fantasia

The Shape of Water, 2017, Twentieth Century Fox Film Corporation, All Rights Reserved

Si chiama ‘The shape of water’ il film immaginifico con il quale il regista messicano Guillermo del Toro si è aggiudicato La Palma d’oro della 74a edizione della Mostra del Cinema di Venezia. La giuria presieduta da Annette Bening e animata dal vivido glamour chanellizzante di Anna Mouglalis ha emesso il suo verdetto valorizzando anche l’Italia alla quale è stata assegnata la Coppa Volpi per Charlotte Rampling protagonista del tricolore ‘Hannah’ di Andrea Pallaoro, inossidabile diva trionfante nella sua giacca di Armani Privé alla cerimonia di chiusura del festival. Nella sezione ‘Orizzonti’ L’Italia conquista un altro premio con ‘Nico 1988’ assegnando un meritato riconoscimento a Susanna Nicchiarelli che ha come protagonista una signora decadente e decaduta e racconta gli ultimi anni di vita della cantante interpretata dall’attrice danese Trine Dyrholm. Il film di del Toro racconta un’America da Guerra Fredda che ricorda molto quella di oggi con una storia fantasy di un uomo pesce prigioniero della malvagità umana e una donna delle pulizie muta. Guillermo del Toro dedica il premio ai bravi registi messicani e lo ribattezza ‘Sergio Leone’. Nella sfilza dei premi svettano Il Gran Premio della Giuria assegnato a ‘Foxtrot’ del regista israeliano Samuel Maoz, il leone d’argento per la miglior regia a un commosso Xavier Legrand che ha diretto ‘Jusqu’à la garde’. Fra le attrici italiane che si sono imposte sul red carpet sulla laguna spiccano Micaela Ramazzotti, principale interprete del film ‘Una famiglia’, distribuito da Bim e diretto dal catanese Sebastiano Riso, in cui la protagonista vende i propri figli per sopravvivere, e l’amore al buio dell’osteopata non vedente interpretata da Valeria Golino in ‘Il colore nascosto delle cose’ di Silvio Soldini, presentato fuori concorso a Venezia in cui l’attrice è affiancata sul set da Adriano Giannini nel ruolo di coprotagonista. Molte coppie hanno sfilato sul red carpet: fra queste Darren Aronofsky, già vincitore del Leone d’Oro per ‘The Wrestler’ con la sua protagonista Jennifer Lawrence, ammaliante in Atelier Versace per il controverso film ‘Mother!’, incentrato, secondo il regista, sui danni che abbiamo arrecato al pianeta, ‘un’allegoria’, come l’ha definito il cineasta, scritto quasi di getto. E poi fuori concorso c’erano Javier Bardem e Penelope Cruz in ‘Loving Pablo’ dove Penelope è l’amante del narcotrafficante Pablo Escobar, ‘un uomo contraddittorio’ come lo definisce il protagonista che ha dovuto prendere peso per entrare meglio nel personaggio. Non sono mancati i pezzi da Novanta di Hollywood: Matt Damon e George Clooney che hanno calcato il tappeto rosso rispettivamente in Versace e Giorgio Armani. Damon ha proposto il suo film ‘Downsizing’ su una realtà miniaturizzata che parla della fantascienza e del futuro dell’umanità, e sempre Damon è nel cast insieme a Julianne Moore nel film ‘Suburbicon’ diretto da George Clooney e scritto dai fratelli Coen che parla dei paradossi dell’America di oggi e delle sue contraddizioni e dove si mostrano dei bianchi che hanno paura di perdere i propri privilegi. Degno di nota il film ‘Il Contagio’ di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, tratto dall’omonimo romanzo di Walter Siti e interpretato da Vinicio Marchioni che arriva nelle sale a ottobre. Ciliegina sulla torta: il miglior brand ambassador dell’eleganza e del talento del bel paese sulla Laguna è stato Alessandro Borghi: multiforme e camaleontico grazie ancora al guardaroba che Gucci gli ha fornito per presenziare alle occasioni ufficiali e davanti ai paparazzi. Un vero gentleman Made in Italy.

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