Cinecult: The Greatest Showman di Michael Gracey

“L’arte più nobile è quella di rendere gli altri felici”, parola di Phineas Taylor Barnum, l’uomo che in piena epoca vittoriana ha rivoluzionato la storia dell’intrattenimento lanciando l’idea progressista del circo con l’effetto socialmente radicale per l’epoca di sdoganare sul palcoscenico soggetti straordinari e borderline, apparentemente deformi e reietti dalla società borghese, assurti con lui ad attrazioni di un pubblico variegato. Nel suggestivo biopic-musicale dedicato a P.T. Barnum, i suoi sogni e i suoi amori, distribuito da 20th Century Fox ‘The Greatest Showman’ diretto magistralmente da Michael Gracey e con un cast stellare-il gentleman Zac Efron, la bionda Michelle Williams, l’atletica Zendaya e una Rebecca Ferguson dalle fulve chiome-il divo Hugh Jackman appare perfettamente a suo agio cantando e danzando agile come un performer di Broadway, nei panni del protagonista, inventore del ‘più grande spettacolo del mondo’. Il film che si è già aggiudicato tre candidature ai Golden Globe 2018 racconta le alterne vicende e le lotte di un uomo visionario che con le sue idee folli e anticonvenzionali fece dell’arte di far sorridere la gente un business. Coraggioso e provocatorio, ma anche romantico e sognatore, Barnum con il suo circo, prima in un edificio e poi sotto un tendone a New York, con la sua vibrante energia positiva da autentico innovatore diede un ruolo, una coscienza e un’identità a una serie di personaggi emarginati nella vita reale che uscirono dall’oscurità grazie a lui per brillare come falene sotto le luci della ribalta: dalla donna barbuta all’uomo lupo, dal nanetto promosso a generale napoleonico all’uomo più grasso del mondo, l’uomo tatuato e i trapezisti più agili che la storia ricordi solo per citarne alcuni. Di umili origini, figlio di un sarto scomparso prematuramente Barnum, sposato con la bella Charity (Michelle Williams) che invece proveniva da una famiglia della upper class e che gli dette due figlie, mirò sempre molto in alto alla ricerca di un riscatto sociale e del consenso di quel mondo élitario che lo aveva sempre rifiutato. Per questo decise di portare in tour per farla conoscere in America e nel resto del mondo la bella cantante Jenny Lind (una straordinaria Rebecca Ferguson) ribattezzata ‘l’usignolo svedese’ che gli valse il plauso dell’alta società. Diverso fra i diversi, criticato dalle masse e bersaglio prediletto della stampa bacchettona, Barnum dimostrò all’establishment conservatore e classista che la posizione sociale di un uomo non è determinata tanto dal censo quanto dalla sua fervida immaginazione. Del resto la sua carriera nello showbiz si svolse in America il luogo dove ogni sogno si può avverare e i visionari possono esprimersi in libertà e senza tabù. Il film è una sfolgorante apoteosi di una dimensione immaginifica e straordinaria dell’intrattenimento dove tutto è possibile, fra magnifiche coreografie, soundtrack da cardiopalma e abbaglianti luccichii di cristalli –Swarovski ha contribuito in parte alla realizzazione dei magniloquenti abiti di scena creati dalla formidabile costumista Ellen Mirojnick-accanto a momenti di struggente e intenso romanticismo come l’idillio contrastato fra Phillip Carlyle (un talentuoso Zac Efron) socio di Barnum e rampollo di una famiglia facoltosa e la povera ma bella Anne Wheeler (Zendaya che rimarrà un’icona con il suo body lilla scintillante) reclutata da Barnum fra le trapeziste. Una curiosità: il motivo musicale ‘This is me’ cantato dall’intero cast del film e scritto dagli stessi parolieri di ‘La La Land’ potrebbe essere fra le canzoni favorite agli Oscar 2018 per la ‘miglior canzone originale’. Lasciatevi conquistare dalla passione contagiosa di un film che è un inno alla gioia, ai sogni e alla libertà di cambiare.

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