Cinecult: La vendetta di un uomo tranquillo di Raùl Arévalo

Viene dalla recitazione ma il suo esordio alla regia rivela un talento innato. “La vendetta di un uomo tranquillo” diretto da Raùl Arévalo già attore di successo, un film distribuito da BIM che si è aggiudicato 4 premi Goya fra i quali quello per il miglior film spagnolo dell’anno é un pugno nello stomaco, duro e spietato. La pellicola è concepita come un thriller drammatico e realistico ambientato nella provincia spagnola e si basa su un triangolo inconsueto : José (Antonio de la Torre) Curro (Luís Callejo) e l’avvenente Ana (Ruth Dìaz) e sulla storia di fatti di sangue perpetrati da un uomo apparentemente ordinario, ma sofferente e incapace di trovare un suo posto nel mondo, José. Questi perde in una rapina in una gioielleria di Madrid la sua fidanzata uccisa a colpi di violente percosse: uno dei responsabili del crimine, Curro che però non ha commesso materialmente l’assassinio della fidanzata di José, è l’unico della banda dei suoi complici a venire arrestato. La comparsa di José nella vita di Ana che intanto, mentre il compagno Curro è in galera a scontare la pena, ha allevato un figlio avuto da lui e gestisce un bar insieme al fratello Juanjo, uno della banda dei criminali, sembra aver trovato una nuova dimensione di sollievo e benessere grazie alla placidità e al carattere tranquillo di José. Ma quando Curro esce di prigione tutto si complica, Ana è confusa e insicura al contrario di José che vuole attuare il suo piano cruento di rivalsa. Ben girato, con un montaggio serrato e scene cariche di tensione in un crescendo di pathos girate anche in piccoli paesi della Castiglia, il film di Arévalo ha più che meritato i riconoscimenti assegnatigli puntando sulla disamina di sentimenti come l’odio, la rabbia e la paura: una ottima prova per chi ama il cinema sapientemente costruito.

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