Cinecult: La ruota delle meraviglie di Woody Allen

Una storia di emozioni e passioni dal sapore nostalgico e dal retrogusto tragicomico ambientata nel parco dei divertimenti e fra le spiagge della Coney Island anni’50 proposta con un’inflessione agrodolce e con grandi personaggi femminili. Nel suo nuovo film ‘La ruota delle meraviglie’ distribuito da Lucky Red e impreziosito dalla vibrante fotografia di Vittorio Storaro, il regista Woody Allen volge lo sguardo al passato, forse a certi miti estetizzanti di Hollywood degli anni d’oro come ad amosfere stile ‘Viale del tramonto’ o ‘Eva contro Eva’ rivissuti in una chiave più ‘terrena’ e meno magniloquente ma non meno intensa emotivamente per raccontare le fragili vite e i destini incrociati di quattro personaggi dalle vite miserande e dai grandi sogni. Questi sono Humpty (in inglese ‘tappetto’ interpretato dal bravissimo Jim Belushi), Ginny, moglie di Humpty (ruolo affidato al premio Oscar Kate Winslet in gran forma), Carolina (la brillante e sensuale Juno Temple resa popolare dalla serie televisiva Vinyl) e il grande sognatore sciupa femmine Mickey (il sex symbol musicale Justin Timberlake). La routine apparentemente tranquilla della vita di coppia di Humpty che beve molto e si divide fra la sua giostra e la pesca, e Ginny che sognava di fare l’attrice e invece lavora come cameriera in una tavola calda afflitta da frequenti cefalee e con un figlio a carico piromane Richie (il piccolo Jack Gore), viene stravolta dalla improvvisa comparsa di Carolina inseguita dagli sgherri dell’ex marito gangster Frankie. Mickey che fa il bagnino sulla spiaggia della pittoresca Coney Island per pagarsi gli studi da scrittore drammatico-sogna di diventare il nuovo Euripide o Eugene O’Neill e con il suo carattere rifà il verso ai seduttori come Clark Gable e Humphrey Bogart-è l’intercapedine amorosa fra Ginny e la figliastra Carolina: la prima, sola e vulnerabile ma ancora voluttuosa nella sua esuberanza valorizzata dalla lingerie d’epoca, rappresenta l’orizzonte realistico della sua vita sentimentale e la seconda, che al contrario di Ginny ha la sua stessa età, incarna il sogno di una vita romanzesca. Ginny, con le sue vicissitudini del turbolento e triste passato-affascinata dal cinema, dal canto e dalla recitazione ha tradito con un attore il primo marito musicista che l’ha abbandonata- è la vera eroina del film, con la sua vita disperata e solitaria e il suo tragico e delirante amore per il giovane Mickey, con il quale vorrebbe evadere dal suo rapporto senza speranza con Humpty. Allen la rappresenta come un personaggio da tragedia greca e insiste sull’incidenza del fato che domina le vite degli esseri umani, un motivo conduttore di molti film del cineasta d’oltreoceano. Il film è divertente e surreale per l’intensità della recitazione dei personaggi travolti e spesso schiavi delle loro passioni, perfino il piccolo Richie che appicca incendi nello studio della sua psichiatra ma non può fare a meno di rubare qualche spicciolo per andare al cinema, passione che condivide con la madre, innamorata delusa e grandiosa nel suo delirio. Notevole il lavoro della talentuosa costumista Suzy Benzinger che ha dovuto reperire migliaia di costumi per le comparse e ha dovuto anche costringere moderni corpi femminili modellati dalla palestra ad adattarsi a costumi e abiti degli anni ’50. Formidabile il luminismo suggestivo di Storaro che dà un tono particolare a ogni scena e ogni ambiente, evocando atmosfere rarefatte e un sensuale romanticismo.

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