Cinecult: Jason Bourne di Paul Greengrass

Cover_Credit Universal Pictures 

Metti un eroe, un cane sciolto della CIA alla ricerca della verità sul destino della sua famiglia come Jason Bourne (Matt Damon), due donne una (Alicia Vikander) complice del sistema americano e dei suoi giochi di potere e l’altra (Julia Stiles) dedita all’hackeraggio degli archivi segreti dell’Intelligence americana e un direttore dei servizi segreti machiavellico e spregiudicato (Tommy Lee Jones) che usa Vincent Cassel come cecchino.
Nuovi tasselli si aggiungono nel film ‘Jason Bourne’ diretto da Paul Greengrass e distribuito da Universal Pictures, l’ultimo della saga sulla scheggia impazzita della CIA, alla ricostruzione della storia dell’ex agente segreto descritto nei romanzi di Robert Ludlum. Che tornando sui suoi passi e grazie alle informazioni fornitegli dalla sua hacker bionda scopre la grande mistificazione ordita alle sue spalle dalla Central Intelligence: il padre, egli stesso al servizio della CIA, non è stato ucciso dai terroristi islamici ma da un killer della CIA per convincere Jason Bourne ad aderire alla causa della difesa del suo paese. La trama, sviluppata in location affascinanti come la Grecia e Las Vegas, si complica con le nuove macchinazioni e gli intrighi che il direttore della CIA ordisce complice un giovane magnate indiano dei social media che ha promesso sottobanco il suo supporto alla CIA. Da segnalare il dispiegamento di stuntmen senza precedenti coinvolti nelle scene e nelle sequenze action più rocambolesche di inseguimenti di moto e auto, il massimo per i patiti dell’action movie. Molto interessante l’interpretazione della svedese Alicia Vikander, già ammirata nel suo ruolo in ‘The danish girl’ che nel 2016 le ha valso l’Oscar come miglior attrice non protagonista: nel film si rivela ambigua e molto sensibile ai giochi di Real Politik che eredita dalla gestione del suo precedente direttore della CIA, Tommy Lee Jones che non delude e si cala perfettamente nei panni della ‘eminenza grigia’ di questo episodio che sarà comunque gravido di conseguenze, aspettando fervidamente il sequel.

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