BIENNALE ARTE – Un’iniezione di vita

Aperta fino al 26 novembre 2017, nelle splendide sedi dei Giardini e dell’Arsenale, la 57. Esposizione Internazionale d’Arte, è un’iniezione di gioia, confronto con il prossimo, apertura verso l’ignoto e presa di coscienza di possibili e magici legami tra esseri viventi. Dal titolo Viva Arte Viva, la mostra è curata dalla francese Christine Macel, che ha coinvolto artisti internazionali per un nuovo Umanesimo, creando nove capitoli o sezioni, con due primi universi nel Padiglione Centrale ai Giardini e sette altri mondi che si snodano dall’Arsenale fino al Giardino delle Vergini, per un totale di 120 artisti partecipanti, provenienti da 51 Paesi. Di questi, 103 sono presenti per la prima volta alla Mostra Internazionale del curatore Macel.
«Questa Biennale – ha spiegato Paolo Baratta, il presidente – è proprio dedicata a celebrare, e quasi a render grazie, all’esistenza stessa dell’arte e degli artisti, che ci offrono con i loro mondi una dilatazione della nostra prospettiva e dello spazio della nostra esistenza».
«Una mostra ispirata all’Umanesimo – gli fa eco Christine MacelNon focalizzato su un ideale artistico da inseguire, né tanto meno caratterizzato dalla celebrazione dell’uomo come essere capace di dominare su quanto lo circonda; semmai un Umanesimo che celebra la capacità dell’uomo, attraverso l’arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo, forze che se lasciate sole possono grandemente condizionare in senso riduttivo la dimensione umana. L’atto artistico è a un tempo di resistenza, di liberazione e di generosità». E allora, immergendosi nel racconto firmato da Macel, si percorre tutta la complessità del mondo, a partire dallo spazio comune, passando dai libri, dagli sciamani fino all’idea di tempo e di infinito. Artisti giovani e sconosciuti si alternano a nomi scomparsi troppo presto o ancora misconosciuti al pubblico e con alcuni di loro è possibile sedersi a tavola grazie al progetto Tavola Aperta, mentre di altri è possibile conoscere qualcosa in più, grazie ai brevi video di Progetto Pratiche d’Artista, e per merito de, La Mia Biblioteca (ispirata al saggio di Walter Benjamin pubblicato nel 1931) scoprire le loro letture preferite.
Perfettamente allineata con gli intenti di questa edizione, l’installazione realizzata dall’artista inglese Ian Davenport, per Swatch Faces 2017, “Giardini Colourfall”. Un dipinto su larga scala, composto da una sequenza strutturata e ritmica di più di mille colori che scivolano lungo la superficie verticale, per lasciare le loro tracce, poi, sul piano orizzontale. All’intervento artistico segue la Limited Edition Wide Acres of Time, pensata da Davenport per la collezione Swatch Art (1.966 esemplari già in vendita). Per la prima volta inoltre, Swatch è presente in Biennale con un Padiglione, come una nazione, tra l’Albania e Singapore. Qui sono presentati i lavori di quattro artisti che hanno partecipato al progetto di residenza artistica al Swatch Art Peace Hotel, albergo-hub aperto 6 anni fa a Shangai dall’azienda svizzera, per creare un luogo dove talenti da tutto il mondo potessero vivere e lavorare scambiandosi creatività, idee ed energie.

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