In barba ai barbari

«Capisco la moda della barba, ma se vi cresce il pelo di un coyote moribondo lasciate perdere». Un twitter ironico e fulminante – quasi un aforisma – inquadra perfettamente l’ipertricotica situazione attuale dove, spesso e volentieri, s’incontra per strada una pletora di maschi barbuti e incolti, dall’aspetto simil vichingo d’arrembaggio. Detto questo, un rimedio c’è, ed è efficace. Affidarsi a un barbiere. Esperto. Per rompere quella dimensione di routine quotidiana più doverosa che rituale – a tu per tu con lo specchio che quasi mai rimanda un’immagine soddisfacente – e per riassaporare il piacere di affidarsi alle sapienti mani di chi la barba la taglia o la modella per professione. E siccome anche l’occhio vuole la sua parte, magari scegliere una barbieria che sia anche bella da vedere, oltre che accogliente e professionale, dove farsi scolpire l’onor del mento. Uno dei più interessanti esperimenti in proposito è Argagn, barbieria bresciana polifunzionale, perché è sia uno luogo deputato all’estetica maschile, sia un lounge bar, ma anche una galleria d’arte. Già il nome, che deriva direttamente dal dialetto locale e sinteticamente vuol dire aggeggio, richiama l’attenzione, con quel suo suono così difficile da masticare – quasi incompiuto se tradotto in italiano – poi il logo rappresenta un antico rasoio da tosatura a due manici, difficile da ricordare e da maneggiare, per chi non ha vissuto i primi anni del secolo scorso. Dietro questo nuovo concept, dedicato alla beauty routine per lui, c’è l’ispirazione di Mattia Guandalini e di sua moglie Barbara, uniti nella vita, ma con differenti percorsi lavorativi, lui è chirurgo ortopedico, lei capitano d’industria, entrambi con la passione per l’arte moderna di cui sono abili collezionisti. A completare il poker manageriale ci sono i soci Davide Bonfadini e Giacomo Priuli, che hanno importato da oltre frontiera l’idea di questo spazio multi funzionale. Così convivono, a tu per tu, sia innovative espressioni artistiche (alcune anche in vendita, altre invece fanno parte della collezione privata dei soci fondatori), sia le poltrone da barbiere di vecchio stampo, in un ambiente «dalla forte identità, un po’ bizzarra», come sottolinea Barbara, lasciando al cliente la libertà di interpretazione dello spazio, perché «è difficile da catalogare, dipende dalle emozioni che si percepiscono», come racconta Mattia. Al piacere di godersi i trattamenti in totale relax si aggiungono anche i prodotti utilizzati, che sono realizzati in esclusiva per il marchio bresciano, nato solo pochi mesi fa, ma dall’individualità già compiuta. Infatti, i cosmetici sono stati selezionati personalmente dagli ex machina, che ne hanno curato anche l’identità attraverso il packaging e sono anche disponibili online. Paradossalmente, vista l’identita maschile del locale, sembra che il lounge bar sia anche una meta prescelta dal genere femminile, ben felice di parcheggiare il consorte tra le abili mani dei barbieri e di godersi l’attesa chiacchierando amabilmente.

®Riproduzione Riservata

FacebookLinkedInTwitterPinterest

© Riproduzione riservata