A.I. Artisanal Intelligence: creatività di nuova generazione

Dissertazioni sul ruolo del creativo e della creatività oggi, ossia di come la stratificazione e la compresenza di epoche, culture e linguaggi riescono – o no – a convivere. Senza offrire su un piatto d’argento la scusa per dire che tutto è già stato inventato. È questo lo spirito retro-futuristico – più futuristico che retrò, a dire il vero – che ha accompagnato questa edizione di AltaRoma e i suoi progetti speciali come A.I. Artisanal Intelligence, realizzato grazie al sostegno di Fidenza Village e in particolare alla lungimiranza di  Desirée Bollier, Chairman di Value Retail. Ed è cercando proprio nel DNA della kermesse che emerge la chiave di interpretazione del fenomeno: far convivere in un unico calendario i nomi più longevi dell’alta moda capitolina (da Renato Balestra a Gattinoni) e le “nuove leve”. Un’operazione frutto di una profonda e cosciente attività di ricerca, che oggi per dirlo in inglese definiremmo scouting. Ma facciamo uno sforzo di italianità e chiamiamola ricerca, perché questo è il messaggio più forte che trapela tra le vie di Roma in questi giorni. Si parla infatti di una “scuola romana” – come l’ha definita la studiosa di moda Maria Luisa Frisa in un incontro – talk – con Silvia Venturini Fendi (erede dell’omonima casa di moda) e Pierpaolo Piccioli (direttore creativo di Valentino), che rifugge dalle logiche esterofile e vede nel saper fare italiano un orgoglioso punto di distacco dagli altri concorrenti, francesi in primis. Con un passato tanto glorioso come quello della Capitale – in tutti i settori, dall’arte alla moda – due sono le opzioni: o lasciarsi paralizzare dal peso del passato o trovare una via di uscita che parla di futuro. Roma, come spesso accade, ha trovato una sua via, fuori dagli schemi. Sempre secondo M. L. Frisa possiamo parlare per la creatività capitolina di “serenità creativa”, uno stato di attività mentale che, senza ansie da prestazione, si concede il lusso di creare abbandonandosi al flusso dell’esistenza e della bellezza. Una scuola di nuova generazione che non si lascia sopraffare dal passato ma ci dialoga, “trasgredendo deliberatamente la tradizione”. Un messaggio forte, che spiega bene la chiave lo spirito contemporaneo di maison ormai internazionali, ma che sono fortemente legate a Roma, come Valentino e Fendi. Esse detengono un vero e proprio patrimonio di segreti del mestiere made in Italy, che devono trasferire alle nuove generazioni attraverso nuovi codici e linguaggi.

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